La favolosa regione di Himavant dove avvenne la creazione secondo la cosmologia buddista
In principio......
In Giappone, nella mitologia scintoista, i creatori del mondo sono una coppia divina.
Izanagi e Izanami erano in alto, nella distesa dei cieli, e furono incaricati dagli altri dèi di creare il mondo.
Essi si lasciarono scivolare giù lungo il ponte fluttuante dell'arcobaleno. Izanagi teneva in mano la sua lancia ricoperta di gemme.
Guardarono di sotto e videro una massa d'acqua melmosa. Il giovane dio immerse la lancia e smosse quel fango. Quando la estrasse c'era una gocciolina lucente, che cominciò a ingrandirsi e divenne un'isola.
L'isola era deserta. I due dèi si guardarono intensamente. Poi si svolse questa conversazione:
'Come è formato il tuo corpo?' chiese lui.
'Il mio corpo è completamente formato, tranne in un punto, che non è terminato' rispose lei.
'Invece il mio corpo è completamente formato e c'è una parte che è superflua. Possiamo integrare ciò che è in te incompleto con ciò che è superfluo in me. Così creeremo il mondo'.
Izanagi e Izanami si unirono e nacquero così le otto più grandi isole del Giappone, le montagne, le stagioni e tutti gli esseri e le le forme della natura.
Nelle mitologie della Siberia il dio creatore si chiamava Buga. Per formare l'uomo egli prese materiali da tutti i punti cardinali della terra. L'Est lo fornì di ferro, il Sud di fuoco, l'Ovest di acqua e il Nord di terra. Dalla terra egli creò la carne e le ossa, dal ferro forgiò il cuore, con l'acqua fece il sangue e con il fuoco il calore.
Il primo uomo si chiamava Torongoi e la prima donna Edji.
Essi furono creati con il corpo coperto di pelliccia per tenersi caldi. Fu detto loro dal dio che potevano nutrirsi con i frutti i cui rami guardavano a oriente, ma non con quelli che erano rivolti al tramonto.
La coppia aveva un serpente e un cane. Mentre il serpente dormiva il diavolo si infilò nella sua pelle e tentò la donna con un frutto proibito. Ella convinse anche l'uomo a mangiarne. Quando il dio arrivò dal cielo i due si spaventarono talmente che persero quasi tutti i peli che avevano sul corpo. Ed ebbe luogo questa conversazione:
Dio: Torongoi, hai mangiato il frutto proibito?
Torongoi: sì, è stata lei a darmelo.
Edji: la colpa è del serpente.
Serpente: è il diavolo che è entrato dentro di me.
Il cane: io, io non ho visto niente.
Per gli Athapaschi della California la terra era in origine un grande cervo emerso dal mare sulla cui schiena ci sono le pianure e le cui spalle sono le montagne.
Secondo gli Incas vi erano solo tenebre quando il dio creatore Viracocha sorse dalle acque del lago Titicaca e portò la luce.
Egli era bianco, gigantesco, con una grande barba. Aveva il sole come corona in testa, stringeva i fulmini nelle mani e quando piangeva le sue lacrime erano pioggia.
Viracocha creò la terra, le stelle, il cielo e l'umanità, animando delle statue di pietra. Non soddisfatto, distrusse tutto con un diluvio e rifece ogni cosa meglio. Poi insegnò i rudimenti della civiltà alle sue creature.
Un giorno il dio si allontanò camminando sulle acque e sparì per sempre nell'oceano.
Gli aborigeni australiani raccontano che fu il dio Bunjil a creare il mondo.
Dalla nuda terra egli trasse fiumi, alberi, colline. All'inizio vi erano solo animali, poi Bunjil creò l'uomo formandolo dall'argilla.
Suo fratello, il Pipistrello, plasmò la donna con il fango delle profondità delle acque.
Dopo la creazione Bunjil insegnò agli uomini i riti sacri e i costumi, poi si ritirò in cielo.
Fu Bachùe, la dea madre, quella che creò l'umanità. Così credevano gli Indios Chibcha della Colombia.
Ella emerse da un lago di montagna portando fra le braccia un bimbo.
Andò a vivere in un luogo vicino e allevò il piccolo.
Quando questi divenne adulto lo sposò e ne ebbe vari figli, che popolarono la terra.
Terminato il loro compito, la dea e il suo sposo partirono per le montagne e infine rientrarono nel lago sacro sotto forma di serpenti.
Secondo la mitologia dei Vichinghi, all'inzio vi era un grande vuoto.
Poi il fuoco del sud si scontrò con il ghiaccio del nord e nacquero due esseri: la vacca Audhumla e Ymir, un bimbo gigantesco.
La vacca Audhumla aveva le mammelle così gonfie che da esse sgorgavano quattro possenti fiumi di latte. E questo era il nutrimento di Ymir.
Ma il gigante non ebbe lunga vita: egli venne ucciso dagli Asi, gli dèi.
Dal sangue di Ymir questi dèi fecero i mari e le acque, dalla sua carne la terra, dalle sue ossa le montagne. I denti e le mandibole insieme ad altri pezzetti di ossa rotte sevirono per fare pietre e ciottoli. Il suo teschio formò il cielo che gli Asi posero sulla terra, con un nano ad ogni angolo a sostenerlo. Il cervello di Ymir fu gettato in aria e formò le nuvole.
La vacca Audhumla leccò allora le pietre salate e ghiacciate del Niefheim, la casa delle nebbie all'estremo nord. Il primo giorno che leccò comparvero dei capelli, il secondo giorno comparve una testa, il terzo giorno comparve un uomo intero dotato di bellezza, destrezza e forza.
Nella mitologia maya il dio creatore si chiamava Hurakàn.
In principio vi era Hurakàn che volava nelle fitte tenebre primordiali sopra una distesa di acqua. Egli passò sulla superficie liquida come un vento potente, dicendo 'Terra'. A questa parola una massa solida emerse lentamente dalle profondità delle acque.
Allora gli dèi, che erano numerosi, tennero consiglio e dopo molte discussioni decisero di creare gli animali. Poi essi scolpirono nel legno dei piccoli uomini e diedero loro la vita. Ma costoro assomigliavano troppo a dei pupazzi. Hurakàn inviò allora un grande diluvio per distruggerli. Tutti annegarono, tranne una coppia i cui discendenti sono le piccole scimmie che abitano le foreste.
In seguito il dio creò degli uomini perfetti, che sono gli antenati dei Maya.
Dal suo nome, attraverso lo spagnolo huracàn, deriva il nostro uragano.
I Tikuna dell'Amazzonia narrano che il dio primordiale Ngutapa fu punto al ginocchio destro da alcuni calabroni e da qui vennero alla luce due bambini e due bambine, i progenitori degli uomini.
Libayè nella mitologia degli Apaches Mascalero (Nordamerica) era un dio burlone e creò il mondo e gli uomini cantando e ballando.
Pundjel nella mitologia australiana creò due uomini, uno nero e uno più chiaro, usando l'argilla e due pezzi di corteccia. Poi soffiò su di loro e li animò.
Poi due figure femminili emersero dalle acque paludose e divennero le mogli dei primi uomini. Ai maschi vennero date delle lance e alle donne dei bastoni per scavare.
Col tempo nacquero bambini e la terra si popolò.
Nei miti del Congo il dio creatore era un gigantesco essere di aspetto umano di nome Bumba.
Egli era l'unico essere esistente nell'universo e non c'era nient'altro che acqua.
Un giorno Bumba ebbe un fortissimo mal di pancia e vomitò. Vomitò il sole, la luna e le stelle, fornendo così la luce al mondo.
Il calore dei raggi del sole asciugò l'acqua e iniziarono ad apparire banchi di sabbia. Bumba allora vomitò otto creature: un leopardo, un'aquila crestata, un coccodrillo, un pesciolino, una testuggine, un airone bianco, uno scarabeo e una capra.
Quindi Bumba creò gli uomini, dando loro costumi, leggi e capi.
Quando ebbe terminata la sua opera il dio si ritirò in cielo e ora comunica con gli uomini per mezzo di sogni e visioni.
In America, secondo gli Indiani Cherokee (Oklahoma), la Terra fu formata da un piccolo animale acquatico di nome Dayunsi.
All'inizio c'era solo acqua e gli animali stavano in alto, tutti ammassati in cielo, e gridavano, chiedendo spazio vitale.
L'eroico Daynusi riuscì a scendere e visitò il fondo dell'oceano, tornò fuori e ridiscese infinite volte portando su strisce di fango che man mano si asciugavano al sole. Si formò così la Terra che è ora una grande isola galleggiante in un mare d'acqua e sospesa ai quattro punti cardinali da corde che pendono dalla volta del cielo.
In Africa, nella mitologia dei Boscimani, il dio creatore si chiama Cagn.
Egli poteva assumere qualunque aspetto, dall'antilope alla mantide religiosa, ma uno dei suoi preferiti era il bruco. Portava un paio di sandali magici che, all'occorrenza, si trasformavano in due cani da guardia.
Nonostante la sua potenza, ogni tanto veniva divorato dalle formiche o da altri animali. Restavano solo le ossa. Cagn le rimetteva insieme, le ricopriva di carne e tornava a vivere.
Dopo la creazione del mondo, il dio si seccò per la stupidità degli uomini e se ne andò.
Secondo la mitologia induista, tutti gli esseri nacquero dal frullamento dell'oceano.
Gli dèi e i demoni erano in lotta per il possesso di una bevanda magica che avrebbe assicurato l'immortalità e il dominio del mondo. Si accordarono per frullare l'oceano: da questo rimescolamento si sarebbe prodotto il magico nettare.
Usarono come perno il sacro monte Meru, vi avvolsero attorno il gigantesco serpente cosmico Vasuki e lo adoperarono come cordicella di una trottola.
Dall'oceano così frullato uscì la sacra bevanda di cui, con un trucco, si impossessò Visnù. Ma uscirono anche una miriade di esseri.
Nel Tibet si credeva che dal nulla si fosse generato un serpente femmina.
Dal suo cranio si formò il cielo, dalla luce dell'occhio destro la luna, da quella del sinistro il sole, dai denti i pianeti, dalla voce il tuono, dal respiro le nuvole, dalla lingua il fulmine, dalle lacrime la pioggia, dalle narici il vento, dal sangue i mari, dalle vene i fiumi, dalla carne la terra e dalle ossa le montagne.
Nella tradizione iranica il primo essere creato dal dio supremo Ahura Mazda è un toro.
Il dio Mitra lo doma e lo sgozza. Dal sangue dell'animale, dal suo midollo e dal suo seme nascono i vegetali e gli animali.
Gli antichi Egizi credevano che Khnum, il divino vasaio, avesse creato con il suo tornio prima un uovo cosmico che conteneva il sole. Poi aveva plasmato l'uomo, modellandolo come un vaso e infondendogli l'anima con il soffio del suo respiro.
Nella tradizione araba Allah mandò gli angeli a raccogliere polvere dalle quattro parti della terra, per plasmare l'uomo. Essi portarono polvere di diversi colori e questo spiega le differenze della pelle delle varie razze. Ma per formare il cuore e la testa del primo uomo Allah scelse polvere di un sito vicino alla Mecca.
Un mito azteco del Messico precolombiano racconta così la creazione dell'uomo:
dopo l'estinzione della quarta età cosmica, il dio Queztalcoatl, il Serpente Piumato, scese nell'oltretomba per procurarsi delle osse di uomini vissuti nelle ere precedenti.
Prese le ossa di un uomo e di una donna e le macinò in un prezioso catino. Poi ci versò sopra qualche goccia del proprio sangue e così la polvere prese vita. Nacque l'umanità della quinta era, la nostra.
Per la mitologia greca, nell'età dell'oro l'umanità era formata da soli maschi ed era l'epoca migliore e la più felice.
Poi Prometeo volle regalare il fuoco agli uomini. Rubò una scintilla dal carro del Sole, la inserì in una canna di metallo cava e la portò sulla terra.
Zeus si infuriò e decise una punizione. Chiamò gli dèi e fece loro plasmare un essere esteriormente bellissimo, ma con la menzogna e la furbizia nel cuore. Le diede il nome di Pandora, cioè tutti i doni, e la inviò sulla terra.
E' noto il seguito della storia. Pandora aveva ricevuto da Zeus un vaso sigillato con l'ordine di non aprirlo. Ma fu vinta dalla curiosità e tolse il coperchio, lasciando così uscire tutti i mali che vi erano rinchiusi.
Makonaima, secondo le tribù indiane dell'Orinoco, creò il cielo e la terra, poi si sedette lungo il fiume, sotto un albero, tagliando pezzettini della sua corteccia.
Se li gettava nel fiume, nascevano pesci e uccelli, se li gettava sulla terra nascevano gli animali terrestri. Poi plasmò una forma con l'argilla chiara e ne uscì un uomo bianco. Ne formò un'altra che col tempo si sporcò e ne uscì l'indiano. Makonaima plasmò una terza forma, poi rimase assente lungo tempo ed essa si sporcò moltissimo, e così nacque l'uomo nero.
Nella mitologia degli Idios Mundurucu del Brasile, i creatori furono due dèi, Karusakahiby e Rairu, padre e figlio.
I due emersero dal caos e per prima cosa il figlio inciampò in una ciotola, la raccolse e se la mise sulla testa. Questa cominciò a crescere finché non formò il cielo.
Il padre fu invidioso dell'abilità del figlio e cominciarono a litigare. Il giovane, temendo che il padre volesse ucciderlo, fuggì e si nascose. Fu però scoperto e mentre il padre lo colpiva, gridò: 'Aspetta, nella cavità della terra ho trovato degli esseri che lavoreranno per noi!'
I primi esseri furono così estratti dalle profondità. I più pigri furono trasformati in uccelli, pipistrelli, maiali e farfalle. Gli altri, che avevavo voglia di lavorare, divennero uomini.
Nell'isola di Guam, in Micronesia, raccontano che fu Puntan il loro creatore.
Egli viveva con la sorella Fu'una. Un giorno decisero di creare un luogo in cui far vivere degli uomini. Puntan offrì il suo corpo e la sorella distribuì le varie parti. Il suo petto divenne il cielo e la sua schiena la terra, cioè l'isola di Guam. I suoi occhi il sole e la luna e le sue sopracciglia l'arcobaleno.
Terminato questo lavoro Fu'una salì su una roccia a picco sul mare e si gettò. All'impatto con gli scogli nacquero i primi uomini.
Nella mitologia finnica Luonnotar era figlia dell'aria e dei cieli.
Il poema epico Kalevala racconta che ella trascorreva la sua vita da sola, nell'immenso vuoto dello spazio. Un giorno ella si immerse nelle acque e le onde la cullarono per 700 anni, durante i quali il respiro del vento le accarezzava il seno e il mare la rendeva fertile.
Poi un gabbiano con gli occhi d'oro arrivò volando dall'orizzone cercando un luogo su cui posarsi e Luonnotar sollevò le ginocchia e su di esse l'uccello fece il suo nido ed iniziò a covare sette uova. Quando Luonnotar stese le gambe esse rotolarono nell'acqua, rompendosi.
Dai frammenti inferiori delle uova nacque la terra, mentre i frammenti superiori diventarono gli alti archi del cielo. Un tuorlo divenne il sole, un albume, la brillante luna. I frammenti maculati dei gusci crearono le stelle, e quelli più scuri le nuvole.
Nella mitologia cinese, P'an-ku era un gigante coperto da una pelle di lupo.
P'an-ku era l'essere primordiale che nacque dall'uovo di gallina cosmico, l'unica cosa che esisteva prima della creazione del cielo e della terra. Un gigante che continuava a crescere, tre metri al giorno.
Dall'uovo gli elementi più pesanti scesero, creando la terra, mentre quelli più leggeri rimasero sospesi e formarono il cielo.
P'an-ku lavorò per diciottomila anni per mettere ordine nel caos, poi creò piante e animali e, quando si rese conto che non esistevano gli esseri umani, ne formò molti con l'argilla. Quando furono essiccati instillò loro le forze vitali dello Yin alle donne e dello Yang ai maschi. Scoppiò in quel momento un temporale ed egli si affrettò a portare al riparo tutte le figurine umane. Accadde però che durante il trasferimento alcune di loro di danneggiarono. Ecco perché alcune persone nascono deformate o con malattie.
Un mito, nelle isole Samoa e Tahiti, racconta del dio Tangaloa.
Egli viveva solo, in una conchiglia che si chiamava Tristezza. Per migliaia di miliardi di anni rimase nella conchiglia in profonda contemplazione. Poi, annoiato, uscì fuori ma trovò soltanto un vuoto cosmico e infinito, dove non vi era né luce né movimento.
Ad un tratto qualcosa si mosse, era l'uccello Tuli il quale volava sull'oceano infinito e non sapeva dove posarsi. Il dio allora gettò nel vuoto una roccia, che divenne l'isola di Manu, la più grande delle Samoa, e con la conchiglia formò il cielo. Finalmente l'uccello poté posarsi sull'isola, ma si lamentò che non c'era ombra. Il dio allora creò una pianta di vite sotto cui Tuli si riparò. Passò del tempo e la pianta si seccò e si decompose. Si formarono dei vermi. Tangaloa li raccolse, li raddrizzò, aggiunse braccia e gambe e dei lineamenti. Ci mise dentro un cuore e un'anima. Nacquero così i primi uomini.
Per gli Indiani Miwok della California fu il Coyote a creare gli uomini.
Tanto tanto tempo fa tutto il mondo era coperto d'acqua. Il Coyote avrebbe voluto creare gli uomini, ma la Rana osservò: 'L'acqua non è una buona abitazione per loro.'Il Coyote le chiese di andare sul fondo del mare a prendere un po' di terra. Dopo quattro giorni la Rana tornò, ma di terra non ne aveva trovata.
Il Coyote le comandò di scendere più in basso. La Rana riemerse dopo quattro mesi, senza terra. Il coyote la rispedì in profondità con l'ordine di risalire solo quando avesse trovato la terra. Quattro anni rimase assente la Rana, e tornò mogia mogia senza risultato. I due sedettero a pensare. In quel momento uscì il sole e fece brillare qualcosa attaccato alla zampa della Rana. Il Coyote esultò: erano alcuni granelli di sabbia. Li prese e cominciò a spargerli sull'acqua e ogni granellino si trasformò in un grande pezzo di terra. Il Coyote prese dei bacchetti di legno e li piantò dove desiderava che gli uomini abitassero. Diede a ciascuno un nome. E in quel momento ogni bacchetto si trasformò in un uomo.
F I N E
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