Publio Ovidio Nasone
Ovidius poeta cogitans
Ovidio pensoso, da un atlante storico illustrato tedesco del 1885
Nacque a Sulmona da un’agiata famiglia nell’anno 43 aC.
A dodici anni fu mandato a Roma e poi ad Atene per l’educazione. L’unica cosa che interessava al ragazzo era la poesia, come lui stesso afferma: quod tentabam dicere versus erat [qualunque cosa cercavo di dire era in versi].
Coprì qualche carica pubblica ma preferiva la tranquilla vita dello spirito.
Dominò gli ambienti mondani romani dove le sue poesie amorose ebbero grande successo. Ripudiò due mogli, amò molto invece la terza, che si chiamava Fabia.
Nell’8 dC. vi fu uno scandalo a corte e l’imperatore Augusto gli intimò di lasciare l’Italia per Tomi, sul Mar Nero. Il poeta scrisse varie suppliche per ottenere la revoca del decreto, ma inutilmente. Morì in esilio nove anni più tardi.
Molto numerose le sue opere. Le più famose le Heroides, l’Ars amatoria, e le Metamorfosi in cui racconta circa duecento favole di trasformazioni mitologiche.
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