026_Niccol_Tartaglia

Niccolò Fontana, detto Tartaglia

Aveva tredici anni, Niccolò Fontana, quando nel 1512 le truppe francesi saccheggiarono Brescia. Venne ferito gravemente al palato e alla mandibola da un soldato e gli rimase difficoltà di pronuncia.

Cominciarono a chiamarlo Niccolò Tartaglia. Non gli dispiacque il soprannome e lo adottò mantenendolo per tutta la vita.
E con il nome di Tartaglia è rimasto famoso.

Pur non avendo avuto alcuna istruzione a scuola (la frequentò per soli quindici giorni data l'estrema povertà della famiglia), si appassionò allo studio dell'algebra e scoprì la formula risolutiva dell'equazione di terzo grado a un'incognita
 X3+ PX + Q = O

027 Il triangolo di Tartaglia

Questo è il Triangolo di Tartaglia:
Ogni numero, tranne 1 che è il numero generatore al vertice del triangolo, è la somma dei due numeri sovrastanti. Ai bordi si trova sempre 1 perché i due numeri sovrastanti sono, in questo caso, da una parte 1 e dall'altra nessun numero, cioè zero.
Questo triangolo era noto in Cina e in India da centinaia di anni. 

Che Guevara, due difetti 

 028 Che Guevara di Andy Warhol
 Leggo sull'enciclopedia:

Guevara de la Serna Ernesto detto Che, politico cubano di origine argentina, laureato in medicina, teorico della lotta armata di liberazione. Fu protagonista insieme a Fidel Castro della rivoluzione cubana, ebbe importanti incarichi di governo. Venne ucciso nel 1967.

La sua figura divenne simbolo della lotta per la libertà.
029 Ernesto Che Guevara 
Si racconta che......
il Che aveva due difetti: era balbuziente e puzzava. Per la prima delle due cose non aveva colpa, ma perché non si lavava?

Mosé, la lingua impacciata e tarda

Nella Bibbia (Esodo 4,10) è Mosè in persona che, parlando con Dio, dichiara di essere balbuziente.
Infatti dice: 'Scusami, Signore, io non sono mai stato di facile parola e dacché tu mi hai parlato la mia lingua è più impacciata e più tarda che mai.'

031_Mos_ed_Aronne_davanti_a_Faraone_trasformano_la_verga_in_serpente 

Mosè si lamenta con Dio che lo vuole mandare da Faraone a perorare la libertà del popolo ebreo. Io, un balbuziente! E Dio allora gli consiglia di portarsi dietro suo fratello Aronne e di far parlare lui, che aveva la lingua speditissima. E per rendere più credibili le sue parole avrebbe trasformato la verga in serpente davanti a Faraone.

031n__Mos_trovato_dalla_figlia_di_Faraone_Alma-Tadema_1904  

Il Talmud, altro testo religioso ebraico racconta che......
Mosé fu trovato nel Nilo dalla figlia di Faraone e viveva con lei. Era il 13° sec. aC.

Faraone un giorno lo aveva sulle ginocchia e il bimbo allungò la manina per prendergli la corona. Il re sorrise, ma il gran sacerdote, che non amava la presenza a corte del piccolo ebreo, lo convinse che era un segno: crescendo, Mosè lo avrebbe detronizzato. La figlia di Faraone, temendo che il padre lo facesse uccidere, osservò che i bambini vogliono toccare sempre ciò che luccica. Faraone fece allora portare due vassoi. Su uno misero la corona e sull'altro delle braci. Riprese il bambino sulle ginocchia e fece avvicinare i vassoi. Mosè, ispirato da un angelo, afferrò un carbone ardente, lo sollevò un istante, poi lo lasciò subito cadere con un grande pianto. Aveva aperto la bocca e la brace nel cadere gli aveva sfiorato la lingua. Per questo divenne balbuziente e lo rimase per tutta la vita.

Demostene, i sassolini in bocca

Demostene lascia l'Assemblea
Il balbuziente più famoso dell'antichità fu probabilmente Demostene, oratore e uomo politico ateniese del 4° secolo aC.
Lo storico Plutarco racconta che non solo era balbuziente ma era anche bleso, cioè non pronunciava bene la lettera r.

Demostene metteva in bocca dei sassolini per tenere sollevata la punta della lingua e ovviare ai suoi difetti.

Lo curò poi un attore comico di nome Satiro, che riuscì a guarirlo.
Ma prima che questo accadesse, Demostene volle un giorno parlare all'assemblea del popolo. Aveva preparato un bellissimo discorso per ricordare il glorioso passato della città, per incoraggiare gli ateniesi a combattere il nemico. Fu un fiasco spaventoso, non riuscì a terminare a causa delle risate, dei fischi e delle urla.

......... e Demostene lasciò l'assemblea nascondendo il viso sotto il mantello. 

033 Erasmus Darwin

Darwin, da nonno a nipote

Erasmus Darwin fu poeta, medico e filosofo. Scrisse libri ricchi di notevoli osservazioni che lo fanno considerare come uno dei maggiori precursori dell'evoluzionismo.
Erasmus Darwin, oltre che essere il nonno di Charles, era anche balbuziente. 

035_Una_caricatura_di_Dar_copia 
Fu Charles Darwin, il grande naturalista inglese del 19° secolo, a formulare la teoria dell'evoluzione delle specie che, all'inizio fu accolta con scetticismo e derisione (vedi caricatura).
Charles Darwin aveva ereditato la balbuzie dal nonno.

Un giorno qualcuno gli chiese se quel difetto gli desse molto fastidio. 'No, anzi, mi piace' rispose lo scienziato 'perché mi dà il tempo di riflettere prima di parlare!' 

Due scrittori inglesi

036 William S. Maugham
William Somerset Maugham, scrittore, diplomatico e medico, uno dei miei autori preferiti e morto nel 1965 ultranovantenne, era balbuziente.
Nel suo romanzo Of Human Bondage, tradotto in italiano con il titolo Schiavo d'amore, racconta in forma autobiografica la triste vita di uno studente di medicina che soffre di una severa balbuzie.

037 Lewis Carroll e Alice 
Lewis Carroll, l'autore del famosissimo Alice nel paese delle Meraviglie, vissuto nel 19° secolo, era balbuziente. Questo fatto non gli impedì di insegnare matematica a Oxford.
Come accadeva spesso a quei tempi, Carroll apparteneva a un famiglia molto numerosa: nove tra fratelli e sorelle e balbettavano tutti! 

Un re e un cardinale

Il re di Francia Luigi XIII, vissuto nel 1600, soffriva di balbuzie. Il difetto peggiorava tremendamente quando poi parlava con il cardinale Richelieu, il suo primo ministro dalla prepotente personalità.

038 Luigi XIII, il cardinale Richelieu e la corte  

Un giorno Luigi XIII era a caccia e, avendo perso di vista il falco da lui lanciato un momento prima, si rivolse ad un cavaliere del seguito a lui vicino gridando:
'L'oi..... l'oi......... l'oiseau!' [l'ucc... l'uccc... l'uccello!] per sapere dove era volato l'animale.

Il cortigiano cui si era rivolto era il conte di Thoiras, che il re non conosceva e che per la prima volta era stato ammesso a una caccia reale, il quale rispose:
'Le voi... voi... voilà !' [ecc.... ecc.... eccolo!]

Credendo di essere schernito il re andò su tutte le furie. Giunse però un cortigiano che fu pronto a dire:
'Vostra maestà certamente ignora che anche il conte di Thoiras ha l'onore di essere balbuziente!'

In seguito Thoiras, col favore reale, divenne maresciallo di Francia. 

Aristotele, il maestro di color che sanno

039 Aristotele, Raffaello, La Scuola di Atene, Vaticano
E' cosa poco nota che anche il maestro di color che sanno, cioè Aristotele, come lo chiama Dante nel IV Canto dell'Inferno, era balbuziente.
Era filosofo, botanico, fisico, critico letterario, geologo e biologo e anche altro.

Paradossalmente non sapeva niente della propria balbuzie. Pensava infatti che fosse causata da una malformazione della lingua.
A dimostrare quanto la natura umana sia portata all'imitazione, abbiamo una curiosa notizia.

Bernardo Trotto, nel 1578, scriveva che gli scolari di Aristotele non solamente imparavano dai suoi ragionamenti i mirabili secreti delle cose naturali, ma anco con la lingua balbettavano come egli faceva.


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