L'inventore
Si racconta che......
l'inventore degli scacchi è stato un bramino indiano di nome Sissa (qualcun altro dice che era un sapiente indiano e si chiamava Nissar) il quale creò questo gioco in tempi molto antichi, forse nel 3° secolo, per il diletto del suo principe.
Al principe questo gioco piacque moltissimo e per premiare l'inventore gli promise di aderire a una sua richiesta.
Sissa-Nassar, che doveva essere un ottimo matematico, chiese in premio tanti chicchi di grano quanti ne occorrevano per riempire la scacchiera, cominciando con un chicco per la prima casella, due per la seconda, quattro per la terza, otto per la quarta ecc.
Il premio sembrò modesto e fu accordato. Ma che sorpresa quando, fatti i conti, risultò che Sissa-Nassar avrebbe dovuto ricevere 18.446.744.073.709.551.615 chicchi di grano, molti di più di quanto ne contenessero tutti i magazzini del regno!
Il chaturanga
All'inizio in India il gioco degli scacchi, chiamato chaturanga, prevedeva quattro giocatori.
Esso veniva giocato durante la festa buddhista della Luna piena e il suo significato era quello di un rito di meditazione.
In Europa è sempre stato giocato a due.
Gli scacchi arrivano in Europa
Nel 5° sec. già si giocava a scacchi in Persia.
E furono i Crociati di ritorno dalla Terra Santa che portarono questo gioco in Europa.
Gioco che ebbe nei secoli un grandissimo successo
La partita a scacchi dei due cavalieri
La cittadina di Maròstica, in provincia di Vicenza, è famosa per la sua Partita a scacchi.
Negli anni pari, la seconda settimana di settembre, la piazza centrale è teatro della spettacolare Partita a scacchi giocata con figure viventi in costume quattrocentesco.
La sfida rievoca la nobile tenzone scacchistica fra Rinaldo d'Angarano e Vieri di Vallonara.
Si racconta che......
era l'anno 1454 e i due cavalieri, entrambi innamorati di Lionora, la bella figlia del castellano di Maròstica, si erano sfidati a duello per decidere chi avrebbe ottenuto la sua mano. Ma la Serenissima Repubblica di Venezia proibiva i duelli e i due giovani decisero di giocare una partita a scacchi. Il vincitore avrebbe impalmato Lionora.
La partita al nobil ziogo de li scacchi ebbe luogo la seconda domenica di settembre davanti a un enorme pubblico accorso da ogni dove: dame, cavalieri, ambasciatori e naturalmente i curiosi.
Vinse Vieri di Vallonara e Rinaldo si dovette accontentare della sorella minore Oldrara (speriamo altrettanto bella).
La partita a scacchi del cavaliere con la Morte
Si tratta del film Il settimo sigillo, 1956, del regista svedese Ingmar Bergman.
Il cavaliere Antonius Blok torna dalla crociata con il suo scudiero. E' stanco e deluso, ha perso la fede, è demotivato e silenzioso.
Viaggiando verso casa trova un mondo sconvolto dalla peste e dalla violenza degli uomini. Incontra una famiglia di saltimbanchi, incontra un maniscalco con una moglie irrequieta, incontra una donna sofferente. Ma soprattutto incontra la Morte che vuole prenderlo.
Il cavaliere dice che non è pronto e le chiede tempo, ma la Morte non glielo concede. Allora Antonius la sfida al gioco degli scacchi: rimarrà in vita finché durerà la partita anche se si conosce già chi sarà il vincitore
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