Rilievo, Museo Archeologico, Atene
La mela d’oro
Un giorno si stava svolgendo un fastoso banchetto, in occasione del matrimonio di Peleo e Teti. Tutti gli dèi erano seduti intorno al grande tavolo, mangiavano l’ambrosia e bevevano il nettare. Le Muse cantavano e suonavano, rallegrandoli.
Il banchetto degli dèi, Giulio Romano, 16° sec., Farnesina, Roma
A un tratto giunse Eris, la Discordia, che non era stata invitata, e gettò una mela d’oro sul tavolo, esclamando:
“Per la dea più bella” e se ne andò.
Tre dee allungarono subito la mano per impadronirsene, Era, Atena ed Afrodite, e cominciarono a litigare.
Fu chiamato Zeus come giudice ma il dio non volle prendersi una responsabilità che gli avrebbe inimicato le due perdenti. Allora disse:
“Ermes, accompagna le tre dee sul monte Ida, vicino a Troia, lì c’è Paride, il principe-pastore. Dàgli la mela e che sia lui a giudicare”.
Ermes porge la mela d’oro a Paride, A. Carracci, 16° sec., Palazzo Farnese, Roma
Il giudizio di Paride
Era disse a Paride: “Se scegli me, sarai il più potente degli uomini”.
Atena disse: “Se scegli me, sarai il più sapiente e il più forte in guerra”.
Afrodite disse: “Se scegli me, sposerai la donna più bella del mondo”.
Paride non ebbe esitazioni, e porse la mela d’oro ad Afrodite.
Fu un semplice gesto, che però cambiò la vita sua e quella di migliaia di altre persone.
Il giudizio di Paride: pisside, 6° sec. aC, Museo del Louvre, Parigi
Il giudizio di Paride: scultura, Nollekens, 19° sec., Victoria and Albert Museum, Londra
I luoghi del nostro racconto
Itaca – l’isola di Odisseo
Ftia – la città di Achille
Aulide – il porto dove si riuniranno le navi
Micene – la città di Agamennone
Sparta – la città di Menelao
Troia – La città di Priamo e dei suoi figli
Il Monte Ida – di cui si parla spesso
Chi erano i personaggi più importanti a Troia?
Il vecchio re Priamo
Aveva sposato Ecuba e aveva cinquanta figli.
Priamo, pittura vascolare greca
Il principe Ettore
Era il figlio maggiore del re, un grande eroe.
Aveva una moglie amatissima, Andromaca, e un bimbo, Astianatte.
Ettore si arma, anfora greca, Museo Statale, Berlino
Il principe Paride
Era il più giovane dei figli del re, e molto bello. Appena nato, a causa di una profezia, era stato esposto sul monte Ida e allevato da un pastore.
Lì lo trovò Ermes quando gli diede la mela d’oro.
Paride, bronzo, 5° sec. aC., Museo Archeologico, Atene
La principessa Cassandra
Anche lei figlia di Priamo e così bella che aveva fatto innamorare Apollo. Il dio le aveva dato il dono della profezia. Ma quando Cassandra lo rifiutò, la punizione fu che nessuno le credeva.
Cassandra, pittura vascolare greca, British Museum, Londra
Troia, una ricostruzione della città durante gli anni dell’assedio e come è oggi.
Chi erano i più importanti re delle città greche?
Agamennone
Agamennone, figlio di Atreo e re di Micene, era il capo di tutto il grande esercito greco.
Sua moglie era Clitennestra, la sorella di Elena. Essi avevano tre figli: Ifigenia, Elettra ed Oreste.
Agamennone, cratere apulo, 340 aC, Museo Archeologico, Napoli
Menelao
Menelao, anche lui figlio di Atreo, era re di Sparta. Sua moglie era Elena e aveva una bambina, Ermione.
Menelao, cratere, 440 aC, Museo di Toledo, Ohio
Achille
Achille era figlio di Peleo e della Nereide Teti, era re dei Mirmidoni, a Ftia. Il più forte guerriero acheo, invulnerabile tranne al tallone.
Era il padre di Pirro Neottolemo.
Achille, anfora, 5° sec. aC, Musei Vaticani, Roma
Odisseo (Ulisse)
Odisseo, figlio di Laerte, era re di Itaca e famoso per la sua astuzia. Sposato con Penelope, aveva un figlio, Telemaco.
Odisseo, rilievo in bronzo, 5° sec. aC, Antiquarium, Berlino
Elena fugge con Paride
Abbiamo interrotto la nostra storia nel momento in cui il bel Paride, richiesto da Ermes di dare un giudizio su quale fosse la più bella fra le tre dee, scelse Afrodite, per poter avere la donna più bella del mondo.
La donna più bella del mondo era Elena, figlia di Zeus e di Leda e sorella di Castore e Polluce.
Ma Elena era sposata con Menelao, il re di Sparta, e aveva una figlia. Questo non impedì ad Afrodite di mantenere la sua promessa.
Paride arrivò a Sparta mentre Menelao era assente, per il funerale di suo nonno. Noi non sappiamo quanto pesò l’intervento di Eros e delle sue frecce, sappiamo però che Elena si imbarcò sulla nave troiana, portandosi via gioielli e tesoro, e abbandonando la sua bambina.
Quando Menelao tornò a casa non trovò più sua moglie.
Fuga di Elena
Vaso, 5° sec. aC, Museum of Fine Arts, Boston
labete, 8° sec. aC, British Museum, Londra
Preparativi per la guerra
C’era un patto fra i re della Grecia, ex pretendenti di Elena: sarebbero intervenuti tutti, in caso di offesa. Menelao mandò per prima cosa un ambasciatore a Troia domandando la restituzione di Elena. Quando questa venne rifiutata, chiese ai suoi alleati di prepararsi per la guerra.
Il capo supremo dell’esercito acheo era Agamennone, l’appuntamento delle flotte era nel porto di Aulide, da dove si sarebbe fatto vela per Troia.
Qui accadde un prodigio: durante un sacrificio ad Apollo, un serpente, uscendo da dietro l’altare, si scagliò contro un albero vicino e divorò otto passerotti in un nido insieme alla madre, poi si trasformò in pietra. L’indovino Calcante proclamò:
“Troia verrà conquistata, ma ci vorranno dieci anni, dieci come gli animali del prodigio”.
E fu proprio così.
Ci fu una prima partenza, ma la rotta era sbagliata, la flotta giunse in Misia, rientrò poi in Grecia e si riorganizzò per salpare.
Tutto era pronto, ma i venti sfavorevoli impedivano la partenza. Fu nuovamente interpellato Calcante, l’indovino.
Navi nel porto, affresco da Tera, 16° sec. aC, Museo Archeologico, Atene
Il sacrificio di Ifigenia
Il responso di Calcante questa volta fu terribile.
“La dea Artemide è adirata perché Agamennone ha ucciso, cacciando, una cerva a lei sacra. Per essere placata, la dea richiede il sacrificio di Ifigenia, figlia del re colpevole”.
Agamennone inorridì, ma la sua posizione di capo supremo non gli dava possibilità di scelta. Mandò un messo a Micene:
“La principessa Ifigenia venga in Aulide, perché richiesta in matrimonio da Achille (che non ne sapeva nulla)”.
Il sacrificio di Ifigenia, mosaico, Museo di Ampurias, Spagna
Quando l’infelice fanciulla arrivò, si rese conto che non erano le nozze che l’aspettavano, ma la morte. Coraggiosamente salì sull’altare. Mentre il coltello del sacrificio si abbatteva su di lei, una nuvola l’avvolse. Quando questa si diradò, Ifigenia era scomparsa, trasportata lontano dalla stessa Artemide.
In quel momento cominciarono a spirare venti favorevoli e la flotta partì.
Dieci anni di guerra
Durante la guerra di Troia morirono tutti e due gli eroi più grandi:
morì Ettore l’eroe troiano
morì Achille l’eroe greco
e tanti, tanti altri……
Achille e Ettore, cratere, 5° sec. aC, British Museum, Londra
Guerrieri, cratere, 12° sec. aC, epoca della Guerra di Troia, Museo Archeologico, Atene
Il cavallo di legno
Dopo dieci anni, non se ne vedeva la fine.
Ma l’astuto Odisseo propose:
“Costruiamo un grande cavallo di legno, con il ventre vuoto. Un gruppo di noi, i più coraggiosi, e ci sarò anch’io, ci nascondiamo dentro. Gli altri, con tutte le navi, fingono di partire. Quando i Troiani, felici per la fine dell’assedio, porteranno il cavallo in città, noi di notte usciremo e apriremo le porte a voi che sarete tornati”.
Così fu fatto.
Quando i Troiani videro partire gli Achei, dopo tanti anni di assedio, si radunarono esultanti fuori dalle mura, in ammirazione del grande cavallo e decisero di portarlo in città, al tempio, per ringraziare gli dèi.
Il cavallo di Troia, rilievo su anfora, 675 aC, Museo di Mykonos
Cassandra e Laocoonte
Cassandra, la principessa troiana che prevedeva il futuro ma non veniva creduta, gridò:
“Non lo portate in città!” Ma nessuno l’ascoltò.
Il sacerdote Laocoonte, che capì l’inganno, lanciò contro il cavallo di legno un giavellotto, che lo fece risuonare, dimostrando che era vuoto ed esclamò:
“Bruciamolo!”
In quel momento due grandi serpenti uscirono dal mare e stritolarono lui e i suoi due giovani figli, che erano accorsi cercando di aiutarlo.
Gruppo marmoreo, 1° sec. aC, Musei Vaticani, Roma
Dipinto, Hayez, 19° sec., Pinacoteca di Brera, Milano
La fine di Troia
A questo punto i Troiani portarono il cavallo in città, attraverso le Porte Scee, e cominciarono a festeggiare, cantando e bevendo fino a tarda notte.
I Troiani accolgono il Cavallo entro le mura, pittura pompeiana, 1° sec., Museo Archeologico, Napoli
Quando tutti si erano ritirati nelle case, il ventre del cavallo si aprì, i guerrieri achei uscirono e aprirono le porte ai compagni che nel frattempo erano ritornati: infatti le navi si erano nascoste dietro la piccola isola di Tenedo, poco lontana.
Fu una strage. Gli abitanti uccisi o resi schiavi, i tesori depredati, la città data alle fiamme. Solo pochi si salvarono e riuscirono a fuggire sotto la guida del principe Enea.
Questo accadeva nel 13° sec. aC.
L’incendio di Troia, dipinto, J. Moublanc, Museo di Belle Arti, Besançon
Tre grandi poemi
Ci sono tre grandi poemi che narrano della guerra di Troia e delle sue conseguenze.
L’Iliade
Ci racconta alcuni episodi della guerra di Troia (che si chiamava anche Ilio).
Inizia con l’ira di Achille, cui è stata tolta la schiava Briseide, e termina con la morte di Ettore.
Due combattenti, vaso, 6° sec. aC, Musei Vaticani, Roma
L’Odissea
Ci racconta tutte le avventure di Odisseo che, finita la guerra, vaga per dieci anni prima di raggiungere Itaca, la sua patria.
Accecamento di Polifemo, vaso etrusco, 5° sec. aC.
Omero
E’ l’autore dell’Iliade e dell’Odissea, poemi scritti in greco.
Egli visse nell’8° sec. aC. Era cieco. Omero era un aedo, cioè un cantore delle imprese degli eroi, le recitava in poesia e si accompagnava con la cetra.
Busto di Omero, Museo Capitolino, Roma
Aedo che suona e canta per un re, incisone per l’Odissea, Flaxmann, 1793
L’Eneide
Prende il nome da Enea, l’eroe troiano che fuggì dalla città con il padre sulle spalle e il giovane figlio, e venne in Italia, progenitore dei Romani.
Enea fugge da Troia, Barocci, 16° sec., Galleria Borghese, Roma
Virgilio
E’ l’autore dell’Eneide.
Egli visse esattamente duemila anni fa. Nato a Mantova, morì a Brindisi mentre era in viaggio per l’oriente, a soli 49 anni.
L’Eneide è scritta in latino.
Virgilio e le Muse, mosaico, Museo del Bardo, Tunisi
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