Il pittore in questo quadro immagina la famiglia Borgia. Cesare sta versando il veleno nel bicchiere del suo ospite, con la complicità del padre, papa Alessandro VI, e della sorella Lucrezia che, impassibile, osserva la scena.
La suggestione della leggenda è forte. Eppure è stato accertato che quanto si mormorava di lei (che fosse una avvelenatrice) era soltanto menzogna.
Il padre di Lucrezia era un nobile spagnolo don Rodrigo de Borja. Vescovo di Valencia, poi cardinale, poi papa Alessandro VI nell'anno 1492. Nonostante ciò, ebbe varie amanti, fra cui Vannozza Catanei. Da lei nacquero quattro figli, tre maschi e una bambina.
La madre di Lucrezia fu dunque Vannozza Catanei. La sua relazione con Rodrigo durò circa 15 anni. Vannozza gestiva una locanda famosa a Roma, frequentata da personaggi di alto rango. Ebbe quattro mariti.
Ancora si può vedere a Roma una Torre che, per tradizione, è detta dei Borgia. Si trova nei pressi di San Pietro in Vincoli.
Dei fratelli di Lucrezia il più famoso è Cesare, di cinque anni più grande, noto con il nome di duca Valentino. A diciotto anni era già cardinale, ma presto rinunciò alla carriera ecclesiastica per seguire quella militare. Cesare fece assassinare uno dei suoi fratelli, quello prediletto dal padre, e in seguito uno dei mariti di Lucrezia.
Aveva poco più di trent'anni quando morì in un combattimento.
Lucrezia nacque a Roma nel 1480
Per la prima metà della sua breve vita fu un docile strumento nelle mani del padre e del fratello. La seconda parte della sua vita la visse secondo i suoi desideri.
Lucrezia era bella e bionda. Il Pinturicchio la rirasse a tredici anni e una ciocca dei suoi capelli è conservata in un museo.
Le piaceva la musica ed era molto abile nella danza.
Bambina, era stata promessa in sposa allo spagnolo don Gaspare conte di Aversa. Ma poi il padre, diventato papa, per rafforzare l'alleanza con gli Sforza la fece sposare a Giovanni Sforza conte di Cotignola. Lucrezia aveva dodici anni. Pochi mesi più tardi la fanciulla tornava a Roma e il matrimonio veniva annullato.
Sposava allora, secondo i disegni politici del padre e del fratello Cesare, Alfonso d'Aragona duca di Bisceglie, figlio naturale del re di Napoli.
Lucrezia venne nominata dal padre 'signora di Nepi' .
Sulla torre circolare della rocca di Nepi si può ancora vedere lo stemma dei Borgia.
Presto cambiarono le alleanze politiche e occorreva sbarazzarsi di Alfonso. Cesare lo fece strangolare dai suoi sgherri nel luglio del 1500.
In agosto Lucrezia veniva data in sposa ad un altro Afonso, questa volta d'Este, che era vedovo da cinque anni, primogenito ed erede di Ercole I duca di Ferrara.
Nella cronaca scritta in quei giorni da un tal Bernardinio Zambotti si legge:
"La dicta Illma Madama Lucretia Borgia spoxa sie de etade circha anni 25, de mediocre statura, gracile in aspecto, de facia al quanto longa: il naso profilato e bello, li capilli aranci, li ochi bianchi, la boca al quanto grande, con li denti candidissimi, la gola schiticha e biancha, ornata con decente rubore".
Alla corte di Ferrara tutto cambiò. Presto con la sua bellezza, la sua intelligenza e la sua bontà divenne molto popolare.
Chiamò intorno a sé poeti, scrittori e artisti che protesse e aiutò.
Come affermano i cronisti la duchessa si fece amare dal popolo per la sua benevolenza e carità: le suppliche rivolte al duca passavano dalle sue mani e in tutti i modi le caldeggiava perché avessero buon fine, protesse gli ebrei che venivano dalla Spagna, assistette alla fondazione del Monte di Pietà, provvide in mille modi a soccorrere i sudditi nel succedersi di carestie e pestilenze.
Gasparo Sardi la chiamò "Donna bellissima, gentile et ornata d'ogni virtù"
Alfonso e Lucrezia ebbero quattro figli.
Il maggiore fu Ercole, futuro duca di Ferrara, e il secondo Ippolito, futuro cardinale.
Una cosa bella di questo Ippolito è che, in età adulta, incaricò un pittore di eseguire un ritratto di sua madre con lui piccino in braccio, come Madonna col Bimbo.
Dal 1512 le cose cominciarono lentamente a cambiare.
Lucrezia iniziò a ritirarsi a vita più riservata, passò lunghi periodi in convento a chiedere perdono per li peccati di questa nostra etade come si espresse lei stessa.
Nella primavera del 1519 rimase nuovamente incinta ma la gravidanza non arrivò a termine.
Lucrezia si trovava nel Castello di Belriguardo vicino a Ferrara quando ebbe un aborto o un parto prematuro e morì.
Era il 24 di giugno e aveva da poco compiuto trentanove anni.
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