Quella di Sigfrido, Crimilde, Brunilde e dei Nibelunghi è una leggenda che alla fine si riallaccia alla storia.
Essi sono gli eroi di due saghe nordiche che poi si mescolarono: la Edda scandinava e pagana del 9°-10° secolo e il Canto dei Nibelunghi epopea germanica cristiana dell'11°-12° secolo.
L'azione si svolge intorno al 450 dopo Cristo. I personaggi principali sono:
Sigfrido – l'eroe della saga
Crimilde – principessa sorella del re dei Burgundi
Brunilde– principessa d'Islanda o Valchiria
Gunther – re dei Burgundi
Hagen – il sicario di Gunther
I Nibelunghi – nani custodi del favoloso tesoro
Attila – re degli Unni
Teodorico – re degli Ostrogoti
Sigfrido era nato nella città di Xanten, figlio di Sigmund della stirpe dei Volsunghi.
Suo padre morì nella battaglia contro Wotan, il principe degli dèi, che gli frantumò la spada
Wotan era potente sia nel bene che nel male, era stato lui a creare il mondo e la prima coppia umana. Egli sapeva tutto, perché un corvo lo informava di quanto accadeva in ogni luogo. Aveva una suprema sapienza magica: l'aveva acquisita bevendo alla sorgente di Mimir e dando in cambio un occhio. Era anche dio della guerra e il suo nome significava furore.
Morendo, Sigmund preannunciò alla moglie che avrebbero avuto un figlio e le chiese di conservare per lui i frammenti della sua spada.
Quando Sigfrido nacque, sua madre Hiordis affidò il bimbo a un nano fabbro, Reginn, che lo allevò nella sua officina.
Ma, crescendo, il ragazzo non si sentiva adatto a quel lavoro e un giorno affrontò il nano e gli disse:
'Ho deciso di andarmene in giro a cercare avventure'.
'Trova allora il crudele drago Fafnir, e abbattilo' rispose il nano 'il suo sangue è magico e si dice che sia il custode di un favoloso tesoro'.
Reginn forgiò per Sigfrido una spada usando i frammenti di quella del padre e il ragazzo partì.
Iniziò così la nuova vita di Sigfrido.
Incontrò il drago Fafnir e lo uccise.
Si mise in bocca un dito sporco del sangue del mostro. Da quel momento poté capire il linguaggio degli uccelli.
Poi si bagnò tutto con il sangue del drago che rese la sua pelle dura come corno e perciò invulnerabile. Purtroppo in quel momento era caduta una foglia da un albero di tiglio e si era posata al centro della sua schiena. Quel punto non fu indurito dal sangue e rimase vulnerabile.
Un tesoro favoloso e maledetto, dice una leggenda, veniva custodito dal drago Fafnir e il nostro eroe se ne impossessò e lo nascose nel letto del fiume Reno.
Secondo un'altra leggenda invece esso era custodito dai Nibelunghi, i nani demoniaci, e Sigfrido riuscì a portar via un elmo che rendeva fortissimi e invisibili.
Trascorsero alcuni anni.
Un giorno nel bosco il giovane sentì degli uccelli che cinguettavano e capì che stavano parlando di una valchiria.
Le valchirie erano delle fanciulle celesti che trasportavano nel Walhalla (il paradiso) i guerrieri morti in battaglia.
Gli uccelli parlavano della bellissima valchiria Brunilde (altri dicono che Brunilde fosse una principessa d'Islanda) che era stata addormentata dal dio Wotan con una magia per punirla di una disubbidienza.
Sigfrido la svegliò, i due giovani si innamorarono e si scambiarono una promessa di matrimonio. A causa di un filtro poi Sigfrido si dimenticò di Brunilde, che lo odiò e si vendicò ferocemente.
Sigfrido si recò poi a Worms, la capitale dei Burgundi e fu accolto alla splendida corte.
Qui regnava re Gunther il quale aveva una bella sorella di nome Crimilde. La fanciulla aveva avuto un sogno: un falco veniva ucciso da un'aquila. La madre l'aveva interpretato come premonitore. Suo marito sarebbe morto di morte violenta. Crimilde allora aveva deciso che non si sarebbe mai sposata.
Alla corte viveva un vassallo fedele al re, di nome Hagen. Durante un banchetto egli versò nel calice di Sigfrido un filtro che gli fece scordare Brunilde e lo fece innamorare di Crimilde. Ma Crimilde lo rifiutò.
A re Gunther intanto era giunta notizia di una regina al di là dal mare che non aveva pari in bellezza, Brunilde d'Islanda. Ella però avrebbe concesso la sua mano soltanto a un eroe che fosse riuscito a vincerla, lei era una valchiria, più forte di qualsiasi uomo. Il re la voleva sposare e Sigfrido allora gli fece una proposta. L'avrebbe aiutato a conquistare Brunilde se Gunther gli avesse poi permesso di sposare sua sorella.
Così i due partirono per l'Islanda, Sigfrido fra gli accompagnatori del re. Brunilde sfidò Gunther. Tre gare: un lancio di giavellotto, lo spostamento di un masso e un salto. Condanna a morte se avesse perduto, la sua mano se avesse vinto. Visto il giavellotto e specialmente il masso, fu chiaro che il re, da solo, non ce l'avrebbe potuta fare.
Sigfrido indossò l'elmo che lo rendeva forte come dodici uomini e invisibile e aiutò Gunther a vincere la gara. Brunilde allora, convinta che fosse stato Gunther a superarla, accettò di sposarlo.
Vennero celebrate le doppie nozze:Gunter-Brunilde e Sigfrido-Crimilde.
Brunilde però scoprì il trucco dei due uomini e la prima notte di nozze si rifiutò a Gunther, anzi addirittura lo legò e lo appese al soffitto. E giurò di vendicarsi di Sigfrido.
Dunque, la vendetta.
Brunilde convinse il suo sposo a far uccidere Sigfrido, che era diventato molto potente a corte e troppo amato dai sudditi: un vero pericolo per il regno.
Gunther chiamò il fido Hagen. Lo incaricò di andare a caccia con Sigfrido e di eliminarlo. E gli disse qual era l'unico punto vulnerabile del suo corpo. Sigfrido lo aveva svelato a Crimilde che, ingenuamente, lo aveva riferito al fratello.
Ignaro e fiducioso il nostro eroe andò a caccia con Hagen. Era una giornata calda e assolata, ebbe sete. Vide una sorgente e si inginocchiò per bere. Hagen colse il momento opportuno e indirizzò la sua freccia fra le spalle di Sigfrido.
Cadde tra i fiori e morì pensando alla sua amata sposa.
Crimilde, che amava profondamente il marito, maledisse suo fratello e il sicario e promise a se stessa che avrebbe trovato il modo di punire con la morte i due colpevoli del delitto.
Passarono alcuni anni, poi il modo lo trovò.
Attila, che noi definiamo il flagello di Dio, il crudele re degli Unni che, dove passava lui non cresceva più l'erba, è invece presente in questa storia come un sovrano splendido e generoso.
Era da poco morta sua moglie e aveva il desiderio di risposarsi.
Sentì parlare di Crimilde, la bella principessa burgunda vedova del grande eroe Sigfrido e mandò a Worms un ambasciatore per chiedere la sua mano.
Il messaggero espresse a Crimilde la richiesta di Attila, il pacifico e giusto signore di dodici regni, riverito dal mondo intero.
La principessa si rese conto che diventando la sposa del re avrebbe potuto ottenere la sua vendetta ma, per maggior sicurezza, mise una condizione:
'Accetto, però prima chiedo un giuramento di Attila. Che in futuro egli esaudisca sempre ogni mio desiderio.'
L'ambasciatore ritornò con il consenso del re, e Crimilde partì con il suo seguito per incontrare il suo futuro sposo.
Attila andò incontro alla fidanzata e la accolse con grandissimo onore.
Ebbero luogo le nozze.
Passarono dodici anni, durante i quali Crimilde non smise di pensare al suo amato ucciso, in attesa che arrivasse il suo momento.
Un giorno che era ospite presso di loro Teodorico, re degli Ostrogoti, Crimilde espresse allo sposo il desiderio di rivedere suo fratello Gunther, il re dei Burgundi, e alcuni altri personaggi, fra cui Hagen. Attila, senza immaginare lo scopo della richiesta, invitò tutti a corte in occasione della festa del Solstizio.
Quando gli ospiti furono riuniti nella grande sala ella segretamente ricordò allo sposo il giuramento e gli chiese di sterminare tutti i Burgundi.
Attila non si poté tirare indietro e gli Unni eseguirono l'ordine del loro re.
Invano Teodorico tentò di evitare la carneficina.
(Lo sterminio dei Burgundi da parte di Attila è un fatto storico realmente accaduto)
Anche Crimilde perse la vita, forse senza rimpianto, poiché era riuscita dopo tanti anni a vendicare la morte del suo sposo.
Si dice che il tesoro dei Nibelunghi nascosto nel Reno non sia mai stato ritrovato.
Per secoli e secoli questi avvenimen furono letti, raccontati e cantati in tutto il nord dell'Europa
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