La poetessa considerata la più grande di tutti i tempi nasce a Eressos, (come si legge sotto il suo busto) nell'isola di Lesbo, da una nobile famiglia.
E' più o meno l'anno 625 a.C.
Suo padre si chiama Scamandronico e sua madre Cleide. Ha tre fratelli.
All'età di dodici anni viene consacrata sacerdotessa di Afrodite. Insieme ad altre fanciulle deve curare il tempio e la statua della dea.
E scrive:
Venite al tempio sacro delle vergini
dove è più grato il bosco e sulle are
fuma l'incenso.
Qui fresca l'acqua mormora tra i rami
dei meli: il luogo è all'ombra di roseti,
dallo stormire delle foglie scende
profonda quiete.
Ha venticinque anni quando, per motivi politici, la sua famiglia deve andare in esilio insieme ai maggiori rappresentanti dell'aristocrazia della città.
La troviamo allora a Siracusa. Qui sposa un mercanrte di nome Cercila. Nel 491 le nasce una bambina cui dà il nome di sua madre.
E scrive:
Ho una bella bimba
il suo volto è come i fiori d'oro
si chiama Cleide
Due anni più tardi resta vedova e ottiene il permesso di rientrare a Lesbo. Va ad abitare a Mitilene, la città più importante dell'isola.
Saffo è stata sposata, quindi non può tornare al tempio di Afrodite.
Apre allora un tiaso. Si tratta di una comunità per celebrare il culto di una divinità, in questo caso Afrodite e in questo caso per sole donne. Sacerdotessa del tiaso è Saffo stessa. Da lei vengono mandate giovinette di buona famiglia per essere istruite. La loro educazione è finalizzata al matrimonio. Vengono insegnati il canto, la danza, la ricerca della bellezza, la raffinatezza e l'amore.
Saffo si rivolge alla dea dell'amore e scrive:
Immortale Afrodite dal trono fiorito,
figlia di Zeus, tu che intrecci inganni,
ti supplico, o potente, non piegare l'anima mia
con affanni e dolore, ma qui vieni
..........
Vieni a me anche ora,
liberami dai gravi tormenti,
avvenga ciò che l'anima mia brama
aiutami, Afrodite
Saffo morì a ottant'anni, nel 604 a.C.
Nei suoi stessi anni viveva a Mitilene un un altro grande poeta, Alceo. Nelle sue poesie, di cui abbiamo solo frammenti, canta la passione politica, i dolori e le ansie della battaglia, ma specialmente l'allegria dei banchetti e la gioia del vino.
Si racconta che spesso i due poeti si incontrassero e si leggessero reciprocamente le poesie.
Si racconta anche che Alceo si sia innamorato di Saffo e che lei lo abbia rifiutato
Forse questo infelice amore è solo leggenda. Ma per certo Alceo le dedicò un verso che è giunto fino a noi
O coronata di viole, divina, dolce ridente Saffo
Fine
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